Tempio dorico di Monasterace

Tempio di Monasterace

Monasterace nasce sui resti dell’Antica Kaulon, una colonia della Magna Grecia, alleata di Kroton (che si trova a nord) e acerrima nemica di Locri Epizefiri e Rhegion, contro le quali perse la Battaglia della Sagra, per poi capitolare definitivamente al cospetto delle forze congiunte dei Lucani e di Dionisio I di Siracusa, altra colonia forte della Magna Grecia, nel 389 a.C. Quest’ultima sconfitta costò la cessione del territorio a Locri.

Del passaggio dei Greci rimane molto a Monasterace, l’area più importante e di maggior visibilità è quella di Punta Stilo. In questa area si trova il tempio Dorico, rinvenuto da Paolo Orsi a inizio 900. Per circa 50 anni il tempio fu lasciato a sé stesso, fino agli anni 60, quando furono trovati basamenti di altari e negli anni 70 quando Tomasello trovò altri resti conservati oggi al museo nazionale di Reggio Calabria e al Museo archeologico di Monasterace.

Dopo questi rinvenimenti rimase tutto fermo fino al 1999, quando partì una nuova campagna del Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia del Mondo Antico della Scuola Normale di Pisa e del Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa, che portò alla scoperta di importanti mosaici, come quello di 25 metri che è il più grande mosaico ellenico mai trovato intatto.

Dalle varie campagne di scavi è stato rinvenuto, oltre al tempio e ai mosaici, anche una serie di altri reperti, i meno importanti dei quali sono custoditi nel vicino museo. I più importanti invece si trovano a Reggio Calabria, nello stesso museo dei bronzi.

Oggi del tempio si può osservare solo il basamento; non si sa che fine ha fatto tutto il resto del materiale, probabilmente è stato utilizzato come materiale di riporto per la costruzione di altri edifici già da tempo dei romani. Per esempio le colonne presenti nella Cattolica di Stilo potrebbero essere derivanti proprio dal tempio di Monasterace.


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